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Lotto, Lorenzo.

Pittore italiano. Rivalutato solo di recente dalla critica, non godette di particolare considerazione nemmeno presso i contemporanei a causa della totale indipendenza del suo linguaggio figurativo dagli schemi del classicismo e per la relativa estraneità dai temi e dai modi dell'ambiente veneto nel quale si era formato. Il suo stile si ricollega a quello di Giovanni Bellini e mostra l'influsso della pittura di Dürer. Tra le sue opere giovanili ricordiamo le due pale sacre Madonna e santi (1505 circa), nella chiesa di Santa Cristina al Tivarone, e Assunta (1506) nel duomo di Asolo. Del 1506 è il San Girolamo conservato al Louvre, che riprende il tema del paesaggio idillico di Bellini e di Giorgione, trasformandolo in un gioco di contrasti luministici. Intorno all'anno 1506 L. soggiornò nelle Marche dove gli venne affidata la realizzazione di un polittico, datato 1508, che attualmente si trova nella Pinacoteca Comunale di Recanati. L'impostazione dell'opera e la sua cornice architettonica sono in linea con la tradizione delle grandi pale d'altare venete, da Antonello a Giambellino, ma la concentrazione spaziale, la scelta di una composizione su direttrici diagonali contrapposte e l'illuminazione obliqua dal basso realizzano un movimento compositivo del tutto originale. Sempre del 1508 è la Sacra conversazione conservata presso la Galleria Borghese di Roma. Nel 1509 il pittore venne chiamato a Roma dal papa Giulio II per affrescare le Stanze vaticane. Purtroppo però le opere da lui compiute furono distrutte per volere del papa per far posto agli affreschi di Raffaello. Da Raffaello L. apprese un'impostazione spaziale di più ampio respiro e una maggiore definizione plastica delle figure, come si può notare nella Trasfigurazione di Recanati e nella Deposizione di Jesi (entrambe del 1512). Nel maggio 1513 L. è a Bergamo dove resterà quasi ininterrottamente fino al 1526. Questo viene considerato il periodo più fecondo dell'attività dell'artista, gli anni in cui il suo stile raggiunge pienezza e maturità. Tra le opere ricordiamo la pala d'altare della chiesa di Santo Spirito con la Madonna e quattro Santi (1521), la Susanna (1517) della collezione Contini-Buonacossi conservata a Firenze, lo Sposalizio di Santa Caterina (1523) della Carrara di Bergamo, gli affreschi dell'oratorio Suardi a Trescore (1524). Inoltre è necessario menzionare una serie di ritratti: I due sposi (1523) conservato al Prado di Madrid, Il giovane, al Castello Sforzesco. Nel 1525 il pittore si trasferì a Venezia, dove dipinse una Madonna tra San Giuseppe e San Girolamo (1526), l'Assunzione (1527) della pieve di Celana e la famosissima Annunciazione di Recanati, opera in cui misticismo e naturalismo si fondono armonicamente insieme. Intorno al 1530 L. dipinse una serie di grandi opere che si trovano nelle Marche. Tra esse segnaliamo la pala di Santa Lucia con la stupenda predella (1532) e la Visitazione (1532), entrambe conservate a Jesi, la Madonna del rosario (1539), in San Domenico a Cingoli. Dopo il 1540 il pittore eseguì alcune opere di impostazione marcatamente tizianesca: la Presentazione di Gesù al tempio della Santa casa di Loreto e alcuni ritratti tra cui ricordiamo Laura e Febo da Brescia (1544) e Ritratto di famiglia (1547), conservato presso la National Gallery di Londra (Venezia 1480 circa - Loreto 1556).